La storia del FIMO
Spesso si pensa al FIMO come un' invenzione degli ultimi decenni, visto la sua composizione a base sintetica. Nonostante questo, il FIMO ha una storia tutt'altro che recente; basti pensare che tutto iniziò nel lontano 1883, quando la giovane attrice tedesca Katharina Simon conobbe l'artista e scultore Max Cruse, di cui divenne moglie e da cui ebbe ben sette figli. La giovane madre, vivendo a contatto con l'arte e la scultura, iniziò a realizzare dei giochi e delle bambole per i suoi figli, ma trovava sempre delle difficoltà nella realizzazione delle teste e degli arti. Molte delle sue creazioni, sono oggi esposte in alcuni musei. Il problema fu risolto all'inizio degli anni Trenta, da una delle figlie, Mimerle, detta Fifì, che iniziò a sperimentare degli impasti termoindurenti con varie sostanze, fino ad arrivare all'attuale composizione. Fifì iniziò a produrre una ristretta gamma di colori e la commercializzò per conto suo finquando conobbe Faber, che interessato al prodotto, lo brevetto' e lo iniziò a commercializzare a livello mondiale. FIMO è un'abbreviazione di Fifì Mosaic (FI-fì, MO-saic).
Una delle bambole realizzata da Katharina Simon
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